Mostra temporanea 2025: UN MECENATE E I SUOI TESORI. La Collezione archeologica di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona in Roma

16 agosto 2025 – 9 aprile 2026
Vetulonia
Mostra temporanea 2025:  UN MECENATE E I SUOI TESORI. La Collezione archeologica di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona in Roma

Con la mostra evento 2025 “UN MECENATE E I SUOI TESORI. La Collezione archeologica di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona in Roma”, il MuVet celebra i 25 anni dalla sua nascita e la sua ininterrotta attività espositiva a partire dal giugno 2000.

L’esposizione, che porta a Vetulonia una prestigiosa selezione della collezione archeologica di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, proveniente direttamente dalla sua storica residenza romana, è il frutto di un accurato percorso di ricerca coordinato da Simona Rafanelli, direttrice scientifica del museo, e da Vincent Jolivet del CNRS di Parigi. Un lavoro che ha permesso, per la prima volta, di svelare al grande pubblico reperti mai usciti finora dalle stanze private del collezionista.

Bronzi etruschi, terrecotte votive, ceramiche greche, etrusche e magno-greche accompagneranno il visitatore in un viaggio unico, dove la riflessione sulla “Collezione” si fonde con l’evoluzione del concetto di “Museo”, dall’Antiquarium settecentesco alle moderne istituzioni culturali.

Il percorso espositivo propone anche quest’anno un prezioso dialogo tra Arte Antica e Arte Moderna, grazie alla presenza di capolavori scultorei futuristi come il “Giano Bifronte” di Gino Severini, presentato vicino alla statuetta del dio etrusco Culsans, straordinario capolavoro ellenistico in bronzo, generosamente concesso in prestito dal MAEC-Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona.

In continuità con i progetti espositivi del biennio 2022-2023, la Mostra 2025 si propone di abbattere ancora una volta, nell’idea e nella sua traduzione in percorso espositivo, ogni tipo di barriera spazio-temporale. Si affiancano all’opera di Severini infatti due opere scultoree, che rappresentano le grandi avanguardie del Novecento italiano (il Futurismo e la Pittura Metafisica): Umberto Boccioni, con “Sviluppo di una bottiglia nello spazio” e Giorgio de Chirico con “Gli Archeologi. Oreste e Pilade”

Opere antiche e moderne si fronteggiano da un capo all’altro della sala espositiva, instaurando un dialogo di Stupore e Conoscenza senza luogo e senza tempo, in cui viene coinvolto il visitatore, che si trova ad essere, egli stesso, protagonista di un eterno racconto, quello della Memoria e della Storia, che si pone come fine supremo la salvaguardia e la celebrazione dell’Arte e della Bellezza.